Approfondimenti sulla qualità della luce

La scala va da 1.000K a 16.000K (K = gradi Kelvin)

Un oggetto INCANDESCENTE (= riscaldato al punto di produrre radiazioni luminose), all’aumento della temperatura, cambia lo spettro della luce emessa, passando dal rosso/arancio/giallo/bianco/bianco azzurro/blu.

Per quanto riguarda il LED bianco, generalmente ha una temperatura, e quindi un colore, che varia tra 2200K/6500K.

Indice espresso in una scala da 0 a 100, che indica l’attitudine del LED a riprodurre fedelmente i colori degli oggetti illuminati, a confronto degli stessi, illuminati da luce solare. Minore è la differenza, migliore è il CRI (quindi maggiore valore dell’indice).

Si considera di avere un buon CRI quando è ≥ 90 (LE+D fornisce LED con CRI 94-96).

Dal momento che la luce LED è una luce puntiforme, per garantire l’uniformità e diffusione omogenea negli apparecchi di illuminazione lineari, si rende necessario l’uso di un diffusore ottico che può essere realizzato in diverse forme e materiali:

  • POLICARBONATO
  • METACRILATO
  • RESINA

Le coperture opali “assorbono” parte dell’emissione della luce emessa, pertanto riducono l’intensità luminosa raggiungendo valori intorno al 40-50%.
Per ottenere il risultato ottimale, la progettazione del corpo illuminante lineare deve tener conto di vari fattori:

  • passo fra i LED (distanza tra un punto luce e l’altro)
  • distanza tra la sorgente luminosa e diffusore
  • scelta del materiale e lo spessore del diffusore
  • studio della geometria del diffusore

È un elemento ottico che ha la proprietà di concentrare e direzionare la luce. Normalmente realizzato in vetro o materiali plastici.

Tipi di lenti utilizzate da LE+D:

  • coniche con varie gradazioni di apertura
  • ellittiche
  • lineari

I cavi utilizzati da LE+D sono prodotti su nostre specifiche per essere conformi a tutte le normative di sicurezza elettrica applicabili (CE, LSZH, CPR, UL, ecc)

È un alimentatore elettronico a commutazione che ha il compito di convertire la corrente alternata della rete elettrica in una corrente continua di valore costante, garantendo il rispetto di tutti i requisiti prestazionali e normativi di un apparecchio di illuminazione a LED.

L’utilizzo dei magneti come sistema di fissaggio è una caratteristica dei prodotti LE+D.

MAGNETI: Corpi rigidi metallici caricati magneticamente, di forme, tipologie e forze attrattive differenti, in pezzi singoli o in nastro magnetico continuo.

Quantità totale di luce emessa dalla sorgente luminosa

Rapporto tra flusso luminoso e potenza impiegata per produrlo. Questo valore è anche indice dell’efficienza energetica di un corpo illuminante

Si misura in CANDELE = la quantità di flusso di una sorgente luminosa puntiforme in una specifica direzione

lm/mq = rapporto tra il flusso luminoso (misurato in lumen) emesso da una sorgente e la superficie dell’oggetto illuminato

Scienza che studia la MISURAZIONE DELLE GRANDEZZE FOTOMETRICHE = grandezze OTTICHE:

  • flusso luminoso (lm)
  • intensità luminosa (cd)
  • illuminamento (lx)

La spettrofotometria si occupa dello studio di spettro della luce visibile, dal vicino ultravioletto al vicino infrarosso. Richiede l’uso dello spettrofotometro, un dispositivo per la misura dell’intensità luminosa, determinata in funzione della lunghezza d’onda della radiazione luminosa.

Definizioni

Il diodo a emissione di luce è un dispositivo elettronico che sfrutta la capacità di alcuni materiali semiconduttori di produrre fotoni attraverso un fenomeno di emissione spontanea.

È una scheda elettronica con varie tipologie di circuiteria che assicura il corretto funzionamento dei LED. La circuiteria viene montata su un circuito stampato, conosciuto anche come Printed Circuit Board, in vetronite o alluminio.

Il PCB è un supporto utilizzato per interconnettere tra loro i vari componenti elettronici tramite piste conduttive incise su di un materiale non conduttivo, garantendo anche il trasferimento del calore generato dai LED verso il dissipatore termico.

Il LED converte in fotoni visibili circa il 45% dell’energia applicata, mentre il resto genera calore. Se quest’ultimo non viene dissipato in modo adeguato, il LED si surriscalda e può causare un guasto anche non riparabile. In ogni caso, anche se nei casi meno gravi, una temperatura di giunzione elevata in un LED può causare una riduzione nell’emissione luminosa, cambiamenti di colore e/o una riduzione significativa della durata prevista. La dissipazione termica è dunque un fattore fondamentale per il corretto funzionamento del corpo illluminante e si ottiene grazie alla gestione dei diversi fattori, quali:

  • Circuiteria montata a bordo scheda
  • Corretto trasferimento del calore dalla scheda al dissipatore, determinato dalla scelta del materiale del PCB e dell’interfaccia termica tra PCB e dissipatore (es. nastro adesivo termo-conduttivo)
  • Progettazione del dissipatore termico idoneo alle prestazioni del corpo luminoso: la parte metallica dell’apparecchio, grazie alla sua conduttività termica, dissipa il calore nell’aria intorno alla lampada LED per effetto della differenza di temperatura.
  • Risparmio energetico
  • Maggiore affidabilità e durata
  • Robustezza meccanica e termica: resistenza a shock, vibrazioni, basse e alte temperature
  • Accensione istantanea alla sua massima potenza
  • Dimensioni ridotte, che permettono l’alloggiamento del corpo luminoso dove prima non era possibile integrare la luce
  • Non irradiazione del calore (nessuna emissione diretta ad infrarossi)
  • Alimentazione in corrente continua a bassa tensione e conseguente sicurezza elettrica per gli operatori
  • Durata fino a 50.000 ore lavoro, se ben dissipato e di buona qualità

Unità di misura

V = J/C = unità di misura del POTENZIALE ELETTRICO

Unità di misura dell’INTENSITA’ DI CORRENTE ELETTRICA (quantità di carica elettrica che attraversa la sezione di un conduttore entro l’unità di tempo)

= J/s ; V x A = unità di misura di POTENZA ELETTRICA